Nasce la nuova rubrica del giornale In-Cammino, “Due chiacchiere con le istituzioni…”. Un modo semplice e informale per interfacciarsi alla “compagine” istituzionale della nostra città. Primo “ospite” del neonato spazio comunicativo del giornale, il Sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.
Superato il giro di boa della metà mandato, tante cose fatte, ma anche tante cose da fare. Quale sarà l’approccio dell’Amministrazione Falcomatà fino al rinnovo del prossimo consiglio comunale?
“In questi primi anni abbiamo portato avanti alcuni obiettivi importanti lavorando su due binari: da un lato quello della risoluzione delle emergenze, che erano davvero tante e molto urgenti da affrontare, e dall’altro quello della programmazione. Adesso viviamo una fase più stabile nella quale abbiamo incardinato un percorso di crescita sociale ed economica. Il lavoro di programmazione sui fondi extracomunali, gli unici in grado di consentire investimenti sul nostro territorio, sta cominciando a dare i suoi frutti ed ora inizia a concretizzarsi l’obiettivo della spesa. Dobbiamo raccogliere i frutti di quanto abbiamo seminato. Gli obiettivi dichiarati durante la scorsa campagna elettorale sono già a buon punto, ma ora dobbiamo insistere nel concretizzarli. A fianco a questo teniamo sempre alzata l’antenna dell’ascolto. Fin dall’inizio questa amministrazione si è caratterizzata per un elevato grado di partecipazione. Abbiamo sempre condiviso con i cittadini le nostre scelte, aggiornandoli continuamente del percorso attraverso incontri quotidiani, assemblee, forum tematici, consigli comunali in diretta streaming ed anche i social network che oggi rappresentano uno strumento di condivisione in più. Vogliamo proseguire su questo percorso. Continueremo a camminare per le strade della città battendo centimetro per centimetro il nostro comprensorio urbano, a partire dalle periferie. Come scriveva Corrado Alvaro il calabrese vuole essere “parlato”, il reggino probabilmente ancora di più. E’ proprio questa la sfida, costruire un percorso di sviluppo e saperlo raccontare per fare in modo che la città se ne appropri e lo faccia suo”.
Qual è l’opera o l’intervento del quale è più orgoglioso. E qual è, se c’è, il rammarico per qualcosa che non è riuscito a realizzare?
“Non è certo il tempo del rammarico. Anzi l’Amministrazione oggi è una nave a vele spiegate che ha ancora ampi bracci di mare da attraversare. Di carne al fuoco ne è stata messa davvero tanta. Nessun rammarico quindi. Quando ci siamo insediati non esisteva nemmeno un cantiere aperto in città. Oggi abbiamo decine di lavori in corso, tra interventi più contenuti e grandi progetti infrastrutturali. Non è semplice sceglierne uno al quale mi sento più legato. Forse, tra tutti, il piano strade, per la riqualificazione della rete viaria cittadina è quello più atteso. Ma c’è un’altra opera strategica che secondo me ci consentirà davvero di cambiare il volto della città: mi riferisco il parco lineare sud. Un nuovo lungomare nella zona sud, tra il torrente Calopinace e il Sant’Agata, che di fatto allunga il Lungomare Falcomatà e sposta il baricentro sociale ed economico della città, allargando l’offerta di servizi, il bacino per nuove attività economiche e commerciali, nuove attrattive turistiche, nuovi servizi. Il cantiere procede speditamente. Una volta completato sarà un vero e proprio fiore all’occhiello per Reggio”.
Molti giovani, anche suoi coetanei, scelgono di andar via da Reggio non per scelta, ma perché obbligati. Cosa si sente di dire a loro, o magari alle loro famiglie?
“Purtroppo quella dell’emigrazione, soprattutto giovanile, è una piaga che affligge da sempre il nostro territorio. Nell’ultimo decennio sono migliaia i ragazzi che per studio o per lavoro sono stati costretti ad emigrare. Noi dobbiamo invertire questa tendenza, trasformando la nostra città in un polo economico attrattivo. La partita secondo me si gioca su due binari principali: quello dei trasporti e quello dello sviluppo economico, legato principalmente al turismo e alla cultura. Dobbiamo fare in modo che Reggio non rimanga isolata dalla rete trasportistica italiana e che anzi diventi la porta dell’Europa da e verso il Mediterraneo. E poi c’è il grande tema dello sviluppo. Se avanza l’economia avanza l’occupazione e i nostri giovani non saranno più costretti ad andare fuori in cerca di lavoro. I due aspetti si intersecano. I dati economici diffusi dagli organismi di settore, soprattutto quelli sulle esportazioni e sul turismo, ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta. Dobbiamo insistere. Naturalmente sono processi di lungo corso, abbiamo ancora tanto lavoro di fronte, ma i presupposti ad oggi sono positivi”.
.Reggio ha la possibilità di riscattarsi dal degrado morale e sociale dal quale è stata travolta in questi ultimi anni, con azioni forti e convincenti. Lei ha trovato degli ostacoli nell’innescare un processo di cambiamento?
“Si di ostacoli da superare ne abbiamo incontrati diversi, di varia natura. E’ ovvio che dopo tanti anni in cui la città è stata condotta verso il baratro economico, sociale e morale non era facile invertire la tendenza. Esistevano incrostazioni di potere, interessi oscuri, pratiche obsolete che puntavano a detenere il controllo economico e sociale della Città. Ma qualcosa sta cambiando. Insieme alle altre istituzioni preposte al controllo del territorio abbiamo portato avanti un ottimo gioco di squadra ed alcuni risultati sono stati raggiunti. Certo c’è ancora tanto da fare, ma oggi la nostra città, a livello nazionale, si è scrollata di dosso quell’aura negativa che la affliggeva. In tanti guardano a Reggio con curiosità. Siamo una realtà complessa, con tanti problemi, a partire da quello della criminalità organizzata, ma siamo capaci di dire la nostra nel contesto nazionale. Quel processo di cambiamento, di cui Lei parla, è già iniziato. E su certe cose io rimango convinto che una volta innescato il processo, indietro non si torna”.
Anche se la domanda si presta ad una risposta ‘politically correct’, noi di In Cammino vogliamo sbilanciarsi nel chiederle: nel 2018 le politiche, nel 2019 le regionali e le amministrative. Quali tra queste tornate elettorali la vedranno protagonista?
“Raccolgo la provocazione ma rispondo in maniera franca e sincera. La città mi ha affidato un compito che non ho alcuna intenzione di declinare. Sono stato eletto sindaco e farò il sindaco, fino a quando lo vorranno i reggini. Nessuno immaginava che questo fosse un compito facile, anzi in tanti affermano che non avrebbero mai voluto trovarsi al mio posto con quello che abbiamo trovato quando ci siamo insediati. Il cammino è stato lungo e complesso, oggi abbiamo acquisito alcune certezze ma abbiamo ancora molto da fare. Io sono innamorato di questa città. E quando uno è innamorato i calcoli lasciano il tempo che trovano. Darò tutto me stesso per Reggio: è ovvio che alcuni processi sono lunghi e richiedono un tempo che va oltre una sola consiliatura. Il nostro obiettivo è quello di completarli. Dunque rimango qui, in trincea, portando avanti quel ruolo di servizio del quale i miei concittadini mi hanno investito”.
La redazione, di “In-cammino.com” ringrazia l’ufficio stampa del Sindaco, nella persona del collega Stefano Perri, per la disponibilità dimostrataci.