di Domenico Arruzzolo – L’evento “Mare d’Inverno”, giunto alla sua 30^ Edizione, che ha fatto registrare “50 giorni di mobilitazione contro la plastica in mare”, ha chiuso il suo programma reggino a Marinella di Catona (Rc), con una giornata di pulizia, organizzata dalla sezione locale di Fare Verde.
‘Mare d’Inverno’ è stato organizzato e promosso con il Patrocinio della Commissione UE – Rappresentanza per l’Italia, il Ministero dell’Ambiente ed il Comando Generale della Guardia Costiera. L’iniziativa nazionale di Fare Verde ha avuto l’obiettivo di riportare al centro dell’attenzione la necessità di ridurre a monte la quantità di rifiuti che la comunità umana produce, riciclandoli e recuperandoli il più possibile.
I volontari di Fare Verde che hanno pulito le spiagge, hanno colto l’occasione per fare anche un censimento dei rifiuti raccolti. Famiglie, associazioni, società civile, uomini di rappresentanza sociale ed esponenti politici, si sono ritrovati nell’intento comune di dare un volto pulito ad una delle spiagge più belle e storiche dello Stretto – sponda calabrese.
In un sito stupendo per le sue bellezze naturalistiche, ma poco tutelato, i volontari di FARE VERDE, nonostante le condizioni meteo non favorevoli, hanno pulito quasi un km di costa (zona nord della città: Marinella di Catona) rigenerando di fatto un piccolo angolo di paradiso. Un lembo di terra che bacia il Mediterraneo, che è un mare unico per la sua storia, la posizione geografica e la varietà di specie animali e vegetali; nel quale sono molti i rischi di rottura del rapporto armonico tra uomo e ambiente. L’Italia, anche grazie a progetti come ‘Mare d’Inverno’, sta cogliendo pienamente le opportunità della strategia marina della Comunità europea per coniugare tutela ambientale e crescita economica.
Infatti, la protezione, la salvaguardia e possibilmente il ripristino dell’ambiente marino, con relativa pulizia delle spiagge, sono azioni rivolte a preservare la biodiversità e la vitalità del mare, compreso il fondo marino, mantenendolo pulito e produttivo. Perchè evidentemente, è un obiettivo che si può raggiungere solo se si opera in sinergia a livello verticale e in modo coordinato a livello orizzontale, tra le amministrazioni titolate centrali e periferiche, ma ancor di più tra i fruitori e i tutori di questo nostro straordinario patrimonio; come le associazioni come FARE VERDE.
L’azione di FARE VERDE tende con uno scopo aggregativo e sociale, a creare nuove possibilità per ridisegnare i luoghi del mare. Un concetto funzionale, dall’alto valore politico, che rivolge il suo fine alle nostre comunità. Un approccio pragmatico che supera gli steccati e si rivolge agli uomini di buona volontà che, con i fatti, e non a parole, dimostrano che il futuro passa da un imprescindibile impatto ecosostenibile.
L’iniziativa dei volontari di FARE VERDE ci ricorda che non c’è più tempo da perdere: è il momento di agire concretamente per contrastare attività e comportamenti umani che stanno lasciando un segno nella vita degli ecosistemi marini e soprattutto sulle coste territoriali, primo avamposto naturale delle città e dei borghi marinari. La plastica resta il nemico numero uno: danneggia irrimediabilmente i corsi d’acqua, ‘disincentiva’ le comunità che dipendono dalla pesca e dal turismo, uccide gli animali che vivono il e nel mare.
Perchè l’era del post-Coronavirus ci pone una duplice sfida: contribuire, essendone protagonisti, alla crescita e alla creazione di posti di lavoro attraverso la valorizzazione e la tutela dell’economia blu; e allo stesso tempo, assicurare che gli ecosistemi marini rimangano o diventino sani, soprattutto per favorire innovazione e integrazione delle metodologie tra diversi settori, dalla pesca al turismo e alla gestione dei rifiuti.
E, ad oggi, alle nostre latitudini, ancora occorre fare tanta strada!