Il 10 febbraio scorso, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo del “Servizio civile universale”. A 45 anni dall’introduzione della legge n° 772 “Norme in materia di obiezione di coscienza”, il mondo del volontariato, oggi, è protagonista di una delle pagine più importanti della sua storia. Il decreto è il primo tassello della riforma del Terzo Settore e impegna lo Stato a coinvolgere annualmente circa 100 mila giovani.
Il nuovo Servizio Civile Universale sarà aperto a tutte le ragazze e tutti i ragazzi tra i 18 e i 28 anni, italiani o stranieri regolarmente soggiornanti. Per conciliare questa esperienza con lo studio, la formazione o le prime esperienze lavorative, l’orario settimanale viene infatti ridotto a 25 ore. Anche la durata complessiva può variare tra gli 8 e i 12 mesi. Per i volontari è confermato il compenso mensile di 433 euro.
Le finalità del Servizio Civile saranno, dunque, perseguite con programmi di intervento anche in specifiche aree territoriali, quali le città metropolitane, inoltre verranno ampliate le tematiche a più settori di intervento: assistenza, protezione civile, patrimonio ambientale e riqualificazione urbana, patrimonio storico, artistico e culturale, educazione e promozione culturale e dello sport, agricoltura in zona di montagna e sociale, biodiversità, promozione della pace tra i popoli, nonviolenza e difesa non armata, promozione dei diritti umani, cooperazione allo sviluppo, promozione all’estero della cultura e delle comunità italiane.
Se il mondo dell’associazionismo italiano ha salutato con grande consenso il decreto, già si pensa a Bruxelles, dove nelle prossime settimane l’Italia sarà chiamata a dare il proprio contributo per il nuovo impianto normativo al vaglio della Commissione UE per l’attuazione del “Corpo di solidarietà”, primo passo del servizio civile comunitario.