Di Felice Delfino – Fare del bene, non conosce sosta. Lo sanno bene i ragazzi del percorso educativo dell’Associazione Nuova Solidarietà. Questo gruppo rappresenta i “talenti solidali” e sin dalla sua formazione, cerca di coinvolgere la fascia d’età che va dai 14 ai 21 anni, per far sì che i partecipanti comprendano meglio se stessi, le proprie attitudini ed inclinazioni per uscire fuori i propri talenti, acquisire competenze che li accompagnino per la vita e gli diano la possibilità di metterle inoltre a servizio degli altri. L’aspetto educativo di questo iter pedagogico-sociale consiste dell’abitudine al servizio, vero motore della solidarietà.
Qui a Nuova Solidarietà tutti devono servire il prossimo e imparare a farlo. I ragazzi che fanno questa esperienza di vita del dare agli altri, ricevendo in cambio, dentro di sé, molto di più di quanto fanno, riscoprono le sette virtù fondamentali (prudenza, fortezza, temperanza, giustizia, fede, speranza, carità) temi che affrontano mentre sono in cammino sulla via dei valori e delle virtù’, che sono un vero e proprio germoglio di speranza sociale.
Una cosa importante che ci stanno insegnando questi giovani e’ che nulla, proprio nessun ostacolo può impedire che l’Amore sia offerto a chi lo cerca, con gesti semplici ma genuini e carichi di speranza. Pertanto, nemmeno la Quarantena ha impedito a chi è alacremente impegnato tra le fila dei “talenti solidali” a disseminare nel campo sociale i buoni semi di carità che hanno dato e continueranno a dare naturalmente buoni frutti che diverranno ottimi col tempo. Questi “talenti” sono a loro volta una semenza che se irrigata dalla “buona acqua educativa” si tramuterà nella pianta della misericordia e del bene agapico: seguendo in tutto e per tutto l’esempio del maestro Gesù Cristo.
Con coraggio e determinazione, da casa, i ragazzi dai talenti solidali si sono collegati tramite la piattaforma zoom ed e’ stato chiesto loro di esprimere online le sensazioni e le emozioni che questo periodo ci ha lasciato, se ci ha reso più forti o ha indebolito.
Dalle testimonianze si evince che pur avendo sconvolto i normali equilibri e le abitudini quotidiane, il virus fa comprendere innanzitutto meglio di quanto sia importante il dono della vita e che la paura di perderla o comunque di compromettere seriamente il proprio stato di salute ci porti a indirizzare i nostri modus vivendi e operandi a situazioni sociali che accrescono la qualità del vivere. Non si vive bene solo pensando al benessere presente e a crearsi aspettative future a livello personale ma si vive meglio mettendo la proprio persona ad accostarsi al sofferente e al bisognoso per servirlo. Ecco più si serve, più si vive bene. Inoltre, il periodo ci ha mostrato un lato di noi, prima di allora sconosciuto, e che cioè abbiamo avuto una grande adattabilità alle circostanze, e anche grande senso sociale, seguendo le regole e restando a casa pur mantenendosi attivi fisicamente ed intellettualmente. Aprile e’ stato il mese in cui si e’ discusso sul tema della temperanza: abbiamo fatto dei test dai quali emergeva un tipo di personalità e dovevano dire se questa ci rispecchiava: nella maggior parte dei casi, il risultato ha coinciso col nostro modo di vederci. Maggio e’ stato il mese in cui si e’ trattato il tema della giustizia: certamente non sempre la società è giusta ma cerchiamo il giusto Spirito che ci consenta di indirizzare le nostre azioni verso scelte positive e propositive, per il bene di tutti. Un’ultima considerazione: Dalla quarantena, ne usciamo certamente con un carattere temprato e più forte, consci che le scelte dettate dal cuore valicano barriere altissime di ogni tipo e raggiungono traguardi inaspettati. Abbiamo rimosso ogni singola scusa ci impedisse di realizzare buone opere e se le abbiamo fatte ora, in un momento così duro e drammatico, figuriamoci in un futuro più tranquillo.
Comunque sia, continuiamo a muovere i nostri passi verso la strada del servizio, in attesa di apprendere qualcosa di più per migliorarci nel nostro percorso di crescita, domani più di oggi.