Progresso sociale o prigione multimediale?

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Di Alberto Ciccone – Vivendo in un mondo ormai in pieno sviluppo tecnologico, i cui benefici aiutano a stare più a contatto con il sociale grazie ai social network ed altri strumenti che permettono di essere aggiornati su chi e cosa ci circonda, possiamo davvero affermare di essere socialmente attivi?

Sembra tutto più facile confrontando il mondo odierno a un ventennio fa, nel quale tutti questi mezzi non esistevano, e per essere aggiornati ci si sedeva in un bar con un giornale confrontandosi quotidianamente con le altre persone.  Adesso ci si siede in gruppo ad un bar, o in un qualunque punto di ritrovo, semplicemente per stare più comodi di fronte ad un PC o ad uno smartphone, isolandoci in un mondo parallelo dalle persone stesse con le quali siamo usciti o ci siamo dati appuntamento.

Gran parte dei giovani per soddisfare un bisogno economico e stare al passo degli altri loro coetanei, intraprendono strade che portano alla perdizione quali il gioco d’azzardo la droga o altri percorsi pericolosi che possono portare a un guadagno più “facile e veloce”. Nel frattempo i genitori a casa sono spesso ignari di quanto avviene ai loro figli perché magari tornando a casa, durante la cena non ci si domanda più “com’è andata la giornata?” Anzi, anche in momenti familiari intimi non si vede l’ora di scappare ognuno verso la propria stanza per tornare ai nostri comodi mezzi di comunicazione.

Quindi possiamo davvero affermare che tutte queste comodità portino ad un miglioramento sociale? Sicuramente tutti questi innovativi mezzi di comunicazione hanno agevolato la vita di tutti i giorni, ma forse nel farlo, hanno pian piano estirpato quella voglia di vivere la vita e il piacere delle piccole cose, fino al punto percepire la realtà come spettatori dietro uno schermo.

Possiamo quindi affermare di essere andati avanti, o di esserci imprigionati dietro ad un uso spropositato di strumenti multimediali?

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