Rimozione coatta da parte di Falcomata dei manifesti pro vita: “Gesto ingiustificato”

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“Prima di esprimermi sul merito, mi soffermo nel metodo della questione che ha visto Falcomatà protagonista di un atto che non ha una razionale giustificazione. Il Sindaco di Reggio Calabria, piuttosto che occuparsi dei problemi che affliggono la nostra città, sprofondata nei disservizi, ormai atavicamente lontani da una rapida e concreta risoluzione, decide in modo coatto di far rimuovere i manifesti delle associazioni pro vita – regolarmente affissi –  che promuovono una campagna contro l’aborto, e il cui messaggio secondo il Sindaco sarebbe di violenza verso le donne. Nulla di più distante dalla realtà”. E quanto afferma il Consigliere Regionale Giuseppe Neri.

“Riferendomi al merito della questione – – aggiunge Giuseppe Neri -, non solo da cattolico impegnato nelle istituzioni, ma come cittadino che dentro le istituzioni cerca di tutelare la libertà di espressione, penso che l’approccio di un Sindaco su temi etici e che hanno un’inclinazione di orientamento morale, non può essere soggetto a posizioni ideologiche di parte. Falcomatà non può permettersi, con pretesti strumentali dunque, di censurare chi la pensa evidentemente diversamente da lui; pertanto rinunci a cimentarsi nel goffo tentativo di imbavagliare chi porta avanti soprattutto una battaglia di civiltà a tutela e valorizzazione della vita. E della donna!”

“Nei manifesti non ci sono messaggi eversivi o di incitamento alla violenza, – conclude il Consigliere di Fratelli D’Italia – anzi l’orientamento ideologico è esclusivamente rivolto alla sensibilizzazione contro la madre di tutte le violenze: l’aborto. L’aborto è sempre una tragedia. Perché impedire la vita di un bambino è una tragedia. Sia pur allo stato embrionale, fin dal momento del concepimento c’è un essere umano unico e irripetibile che prende forma nel grembo della madre. La violenza invece la riceve la donna, con il favore di una legge contraddittoria e ‘lontana dal tempo’, che del ‘nuovo figlio di questo mondo’, né opprime il diritto di libertà!

Falcomatà ritorni sui suoi passi e chieda scusa!”

 

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