di Maria Cristina Carlo* – L’empatia è la capacità di mettersi nei panni dell’altro, riuscendo ad assumere la sua prospettiva, poichè letteralmente significa “sentire dentro”. Rientra nella grande famiglia dei sentimenti decisivi per la vita individuale, ma anche sociale, assieme all’amore, all’amicizia, alla simpatia, alla compassione, all’aiuto, alla solidarietà ed all’altruismo. Essa rappresenta la massima facoltà con cui si prende atto del valore dell’esistenza dell’altro, riconoscendolo nel mondo. La più alta espressione dell’empatia si ha attraverso un contatto fisico, in cui avviene uno scambio di sensazioni e percezioni che migliora la qualità relazionale. Esistono due tipologie di empatia: – l’empatia positiva ( coinvolgimento negli accadimenti positivi dell’altro, partecipando alla sua gioia), – empatia negativa ( incapacità di empatizzare perchè qualcosa dentro di noi ce lo impedisce, tendenzialmente un’esperienza negativa pregressa). Strettamente legati allo sviluppo empatico sono i “neuroni specchio”, ovvero quella particolare tipologia di neuroni che si attiva quando osserviamo qualcuno compiere un’azione. Questo testimonia l’importante ruolo dell’empatia nella messa in atto dei comportamenti pro-sociali.
*psicologa