TENDI UNA MANO. DONA IL 5×1000 PER LA CASA DELLA SOLIDARIETA’ “PASQUALE ROTATORE”.

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Di Felice Delfino.

La Solidarietà, in una società che ai nostri giorni, come direbbe il sociologo Baumann, è sempre più liquida ed incerta, diventa il punto cardine, valore indiscutibile e imprescindibile su cui aggrapparsi per edificare mattone dopo mattone nuove Case di Solidarietà.

Gli interventi di papa Francesco sul tema della solidarietà ormai è quasi impossibile contarli: sono continui, esplicitati nei più diversi contesti, rivolti a persone, comunità, istituzioni nazionali e internazionali. Il Papa ha sottolineato nei suoi discorsi tenuti a cavallo del 2014 e del 2015 alcuni aspetti fondamentali:

  1. La solidarietà come elemento essenziale della vita cristiana. La solidarietà con i poveri è al centro del Vangelo. Essa va considerata come un elemento essenziale della vita cristiana. Mediante la predicazione e la catechesi, fondate sul ricco patrimonio della dottrina sociale della Chiesa, la solidarietà deve permeare i cuori e le menti dei fedeli e riflettersi in ogni aspetto della vita ecclesiale. Oltre che al centro, i poveri sono anche all’inizio e alla fine del vangelo. E la Chiesa, soprattutto quella economicamente prospera, deve evitare che in essa i poveri non si sentano a casa loro e non osino entrare.
  2. Una fede senza solidarietà è una fede morta. Anche se va a messa la domenica, il cristiano dal cuore non solidale è un cristiano dalla fede debole, malata e morta. Una fede senza solidarietà è una fede senza Cristo e senza Dio. Quando una fede non è solidale, o è debole, o è malata o è morta: non è la fede di Gesù. La fede che Gesù suscita è una fede con la capacità di sognare il futuro e di lottare per esso nel presente. È con questa fede che i cristiani devono contagiare strade e sentieri del mondo. Il messaggio più efficace che i cristiani possono comunicare agli altri è una fede solidale.[2]La fede, luce che non abbaglia ma rischiara e orienta con rispetto la coscienza e la storia di ogni persona e di ogni società umana, non può essere ridotta alla sfera puramente soggettiva..[3]
  3. Nella Chiesa, tutti, nessuno escluso, sono promotori di solidarietà. Per costruire una società giusta e solidale c’è bisogno dell’impegno di tutti.[4] Tutti, presbiteri, persone consacrate, fedeli laici, siamo incoraggiati a servire Dio nel servizio ai fratelli, e a diffondere dappertutto la cultura della solidarietà. C’è tanto bisogno di questo impegno, di fronte alle situazioni di precarietà materiale e spirituale, specialmente di fronte alla disoccupazione, una piaga che richiede ogni sforzo e tanto coraggio da parte di tutti, anche se quella del lavoro è una sfida che interpella in modo particolare la responsabilità delle istituzioni e del mondo imprenditoriale e finanziario.[5]
  4. Costruire solidarietà con il protagonismo dei giovani. Per costruire un mondo migliore di giustizia, di fraternità e di solidarietà è decisivo il protagonismo dei giovani: essi devono contribuire a superare i problemi della disoccupazione giovanile con coraggio, speranza e solidarietà.[6]Il mondo ha bisogno di giovani coraggiosi, non timorosi, di giovani che si muovano sulle strade e che non stiano fermi.I giovani di oggi e di domani hanno diritto ad un pacifico ordine mondiale basato sull’unità della famiglia umana, sul rispetto, sulla cooperazione, sulla solidarietà e sulla compassione.
  5. La solidarietà non riduce alla passività. Solidarietà significa anche lottare contro le cause strutturali della povertà e delle diseguaglianze, della mancanza di lavoro e della negazione dei diritti sociali e lavorativi. Non si può affrontare lo scandalo della povertà promuovendo strategie di contenimento che unicamente tranquillizzano e trasformano i poveri in esseri addomesticati e inoffensivi. Solidarietà è pensare e agire in termini di priorità della vita di tutti sull’appropriazione dei beni da parte di alcuni. La solidarietà è un modo di fare la storia con i poveri, rifuggendo le presunte opere altruistiche che riducono l’altro alla passività.
  6. La solidarietà è impegno per costruire città accoglienti. Le città nelle quali viviamo avranno un volto attraente se saranno ricche di umanità, ospitali, accoglienti; se tutti noi saremo attenti e generosi verso chi è in difficoltà; se sapremo collaborare con spirito costruttivo e solidale, per il bene di tutti. Com’è la qualità della nostra “cittadinanza”? Abbiamo contribuito, nel nostro piccolo, a rendere la città in cui viviamo vivibile, ordinata, accogliente? Quanto sono belle le città che, anche nel loro disegno architettonico, sono piene di spazi che uniscono, favoriscono le relazioni umane e promuovono il riconoscimento dell’altro!
  7. La solidarietà è farsi carico del problema dell’altro. La solidarietà è l’atteggiamento che rende le persone capaci di andare incontro all’altro e di fondare i propri rapporti reciproci su quel sentimento di fratellanza che va al di là delle differenze e dei limiti, e spinge a cercare insieme il bene comune. Solidarietà è farsi carico del problema dell’altro. Il mandato dell’amore va esercitato partendo non da idee o concetti ma dal genuino incontro con l’altro, dal riconoscersi giorno dopo giorno nel volto dell’altro con le sue miserie e con i suoi eroismi. Non si amano concetti o idee, ma si amano persone in carne ed ossa: uomini e donne, bambini e anziani; volti e nomi che riempiono il cuore e ci commuovono fino alle viscere.
  8. La solidarietà è prossimità e gratuità. Una società senza prossimità, dove la gratuità e l’affetto senza contropartita – anche fra estranei – vanno scomparendo, è una società perversa. La Chiesa, fedele alla parola di Dio, non può tollerare queste degenerazioni. Una comunità cristiana in cui prossimità e gratuità non fossero più considerate indispensabili, perderebbe con esse la sua anima. La solidarietà non consiste solo nel dare ai bisognosi, ma nell’essere responsabili l’uno dell’altro. Se vediamo nell’altro o nell’altra un fratello o una sorella, nessuno può rimanere escluso e separato.
  9. La solidarietà è tenerezza ed empatia. La solidarietà va testimoniata concretamente nei confronti di chi ha bisogno non solo di giustizia e di speranza, ma anche di tenerezza. Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore, sulla prossimità e sulla tenerezza. L’empatia è frutto dell’esperienza personale, che ci porta a vedere gli altri come fratelli e sorelle, ad “ascoltare”, attraverso e al di là delle loro parole e azioni, ciò che i loro cuori desiderano comunicare.
  10. La solidarietà è un modo di fare la storia Solidarietà è far fronte agli effetti distruttori dell’impero del denaro: i dislocamenti forzati, le emigrazioni dolorose, la tratta di persone, la droga, la guerra, la violenza e tutte quelle realtà che molti subiscono e che tutti siamo chiamati a trasformare. La solidarietà, intesa nel suo senso più profondo, è proprio un modo di fare la storia. Quando in un paese la solidarietà manca, ne risentono tutti.

 

 

 

 

I messaggi del Papa sono arrivati pur anche nel Terzo Settore e in particolare a tutti gli Enti operativi nei confronti delle fasce deboli e disagiate.

Da oltre 30 anni a Catona, esiste una realtà funzionale che vive di piccole donazioni ma che offre, nel contempo, al territorio un ventaglio plurimo e variegato di ampi servizi dei quali inderogabilmente non si può fare a meno e che divengono un punto di ritrovo imprescindibile per bisognosi senza fissa dimora e intere famiglie locali che vessano per svariate ragioni in difficoltà economiche e sociali e che necessitano soprattutto di un sostegno solidale. La necessità conduce come conseguenza ad una maggiore domanda e all’accresciuta richiesta, alimentata ancor più col radicarsi del fenomeno delle nuove povertà fomentate e dalla crisi e dalla Pandemia Sars Covid 19, ragion per cui, modello ISE alla mano, sempre più nuclei residenti si sono fatti registrare nei fascicoli associativi, dopo un colloquio informale, prendendo atto del bisogno di un pronto intervento sociale attivo di cui gli operatori volontari cui cambia il volto non l’impegno, si fanno sempre garanti e responsabili con impegno e passione. L’Associazione “Nuova Solidarietà” operante nel territorio reggino nelle tre sedi logistiche e attive a Catona, Campo Calabro, Salice può avvalersi nello specifico degli strumenti e delle risorse necessarie per espletare tutte quelle funzioni di prima necessità cui si fonda la richiesta mettendo in gioco quella serie di competenze e di esperienze alle quali ci si appella per offrire un continuo sostegno efficace ai meno abbienti e alle fasce più vulnerabili della popolazione cui si deve volgere l’opera assistenziale in maniera pratica e precisa facendo fronte ai continui disagi incombenti. Noi di Nuova Solidarietà diamo voce a chi voce non ne ha e predichiamo la promozione della cultura dello scarto non nella sua accezione negativa ma nella capacità di rivalorizzazione di quelle persone che a seguito di un percorso di inserimento sociale adeguato possono costituire nonostante le problematiche di fondo di indubbio peso, quei tasselli mancanti del grande mosaico del tessuto sociale fornendo lavoratori qualificati e ridando linfa vitale al settore lavorativo. È bello certamente ricevere, ma è vitale soprattutto donare partendo da quanto sosteneva lo psicologo Jung che si sopravvive di ciò che si riceve ma si vive di ciò che si dona; sarebbe bello così partendo da questi presupposti etici a tendere la mano ai fratelli che soffrono e che mancano anche semplicemente di una casa. La Casa “Pasquale Rotatore” è bene comune da condividere ma deve rispondere alla progettualità sociale del reinserimento e dell’integrazione, un impegno valido a cui chiunque può partecipare con una semplice donazione del 5×1000.

 

 

Il 5×1000 è una quota che puoi scegliere di versare, in fase di dichiarazione dei redditi, compilando il modello 730. I contribuenti esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi possono scegliere a chi destinare il 5×1000 utilizzando il modulo allegato alla Certificazione Unica. La scelta può essere effettuata a favore di associazioni onlus, enti ed organizzazioni che ne hanno fatto richiesta. La quota corrisponde al 5×1000 della tua imposta sull’Irpef; se non scegli a chi devolverlo, verrà destinato in modo automatico allo Stato.

 

Perchè destinare il 5×1000 a Nuova Solidarietà? Innanzitutto per dare vita alla “Casa della Solidarietà Pasquale Rotatore” omologata al momento per soli sei posti letto, ma con la possibilità futura di ampliarli a nove. Per gli utenti resta aperta la mensa dalle ore 18 e 20 tutti i giorni, anche festivi. Tendi  una mano: offri anche tu il 5×1000 a Nuova Solidarietà per rendere possibile, nel modo ottimale, il nostro contributo solidale esigente sino allo spasimo e preciso fino alla minuzia.

 

 

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