Microcriminalità e disagio giovanile: la cura della rieducazione come antidoto alle recidività(video)

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di Felice Delfino – Alla Casa della Solidarietà, “Pasquale Rotatore” si è tenuto il convegno sulla microcriminalità, povertà, disagio e sicurezza a cospetto di Forze Dell’Ordine e Istituzioni. Alla tavola dei relatori: la dott.ssa Clara Vaccaro S.E. Prefetto di Reggio Calabria, i PM Sostituti Procuratori della Repubblica, la dott.ssa Chiara Greco e la dott.ssa Flavia Maria Luisa Modica, il Generale Cesario Totaro – Comandante Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria – Luciano Squillace – Portavoce del Terzo Settore Reggio Calabria. Sono intervenuti: Vincenzo Marra, – Presidente del Consiglio Comunale, Giovanna Russo – Garante dei detenuti del Comune di Reggio Calabria e Garante dei diritti umani di Palmi, La dirigente scolastica “Simona Sapone” – Radice Alighieri, e Don Maurizio Demetrio – Vicario zonale Gallico Catona.

Negli ultimi anni, la microcriminalità è diventata un tema centrale nelle discussioni sulla sicurezza e la convivenza sociale. Nonostante il continuo richiamo al rispetto delle leggi, molte persone sembrano ritenere che le regole possano essere violate impunemente. Questa percezione, alimentata da una società in cui il rispetto reciproco sembra sgretolarsi, è aggravata da eventi globali come la pandemia e le tensioni geopolitiche. La microcriminalità, spesso definita come piccoli reati che colpiscono la vita quotidiana dei cittadini, è profondamente radicata nei contesti sociali e territoriali. Le sue manifestazioni possono variare, ma ciò che è comune è la sensazione di insicurezza che genera, contribuendo a creare un clima di sfiducia tra le persone.

L’importanza del dialogo. Per affrontare la microcriminalità, è essenziale avviare un dialogo costruttivo che coinvolga non solo le forze dell’ordine, ma anche la comunità, le istituzioni educative e le famiglie. La repressione, sebbene necessaria in alcuni casi, non è una soluzione a lungo termine. È fondamentale conoscere le cause alla base di questi comportamenti e lavorare per prevenirli. Le scuole hanno un ruolo cruciale in questo processo. Non solo possono educare i giovani al rispetto delle norme, ma possono anche fungere da punto di collegamento tra le famiglie e le istituzioni. Riconnettere questi rapporti è vitale per costruire una rete di supporto che aiuti a ridurre la microcriminalità.

Un approccio multifattoriale. È evidente che la punizione da sola non basta. Occorre un approccio multifattoriale che includa iniziative sociali, programmi di inclusione e opportunità di formazione. È essenziale investire nella cultura e nell’istruzione, promuovendo valori di rispetto e responsabilità.

Le comunità devono essere coinvolte attivamente nella ricerca di soluzioni, creando spazi di discussione e progettazione partecipata. Solo attraverso la collaborazione e la comprensione reciproca possiamo sperare di costruire un futuro più sicuro e armonioso.

In conclusione, la microcriminalità non è un fenomeno isolato, ma riflette le complessità di una società in evoluzione. Affrontarla richiede un impegno collettivo e una visione condivisa di convivenza e rispetto. A Reggio Calabria un problema che non è di minore importanza sono le zone periferiche, rioccupare gli spazi vuoti depauperati da un sistema che ha rubato tutto e da minoranze etniche come i Rom che meriterebbero inclusione ma soprattutto avere quel senso di cittadinanza vivo che ci rende meno apolidi e più cittadini del mondo, lasciando aperto quel senso di cosmopolitismo che in una società sempre più multietnica, variegata e caratterizzata da un insieme di popoli, lingue e culture eterogenee non può e non deve indefettibilmente mancare. È necessario a partire sin dai ragazzi che hanno certamente meno infrastrutture psichiche degli adulti e più aperture a un brillante cambiamento e mediante le figure esperte di equipe di formatori incentivare a una cultura della legalità che parti dalle scuole, luogo di cultura di valorizzazione alla legalità che promuove il dialogo che apre all’associazionismo e al terzo settore di un territorio che diventa attore che va riqualificata e resa idonea all’offerta formativa proposta in un percorso di crescita tortuoso e complicato che se non curato può portare a devianze e disagi perché i ragazzi si possono sentire soli e si può assistere alla dispersione scolastica. Bisogna lanciare un messaggio di gioco di squadra e che il messaggio arrivi fino alle piazze riqualificando un territorio dal potenziale enorme che va opportunamente valorizzato con l’impegno delle parrocchie, delle scuole, delle Forze dell’Ordine, dell’Associazionismo, delle Istituzioni per creare un ambiente sano e eliminare quel passivo senso di rassegnazione e cambiare modus operandi per diventare educatori attivi per il bene di tutti e di ciascuno perché nell’educare a essere cittadini migliori, liberi e responsabili, siano tutti responsabili di tutti.

Di seguito servizio di Reggio TV.

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