di Felice Delfino.
Casa del Senza Tetto a Reggio Campi, via vecchia cimitero 15 posti letto omologati, 10 uomini 5 donne, con fragilità psicologiche, lavorative ma non minori, perché la percentuale dei clocharde e’ più uomini. Dormitorio con docce e servizi aperto dalle 19 alle 7 di mattina, cena e colazione. Ci sono assistenti sociali, uno psicologo, un mediatore linguistico, con attività in rete con altri enti associativi, un progetto del Comune che coinvolge tutto il territorio. Si sono rilevate situazioni in stato di emergenza particolarmente delicate, ma nella maggior parte dei casi sono gli enti pubblici che intervengono, inserito in un progetto della città metropolitano, viene fornita assistenza in ambito lavorativo-amminstrativo, socio-assistenziale, accompagnamento
Assistere un senzatetto è molto più di un semplice atto di carità: è un atto di profonda umanità, che ci ricorda chi siamo davvero quando mettiamo da parte l’indifferenza e scegliamo di tendere la mano. In quel gesto gratuito, nel donare un pasto caldo o una parola gentile, si compie una rivoluzione silenziosa contro l’egoismo del mondo. È un atto che non si misura in denaro, ma in dignità restituita.
Ogni volta che aiutiamo chi non ha nulla, compiamo un gesto che risuona con la parabola del buon samaritano: vediamo l’altro non come un estraneo, ma come un fratello. È lì, nell’incontro tra mani sporche e cuori aperti, che nasce il vero senso dell’amore. Dare senza chiedere nulla in cambio è un linguaggio sacro, una preghiera incarnata, una verità che non ha bisogno di religioni: nutrire chi ha fame, dissetare chi ha sete, vedere l’umano anche dove la società guarda altrove.
Nel volto stanco di un senzatetto si specchiano le nostre fragilità. E nel gesto che lo accoglie, il nostro riscatto. Non è elemosina, è giustizia. Non è pietà, è empatia. Non è eroismo, è semplicemente amore che prende forma.