Don Simone Gatto: ‘La crisi della famiglia è la solitudine’

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di Giuseppe R. Princi – Una piacevolissima chiacchierata con il direttore dell’ufficio diocesano famiglia di Reggio Calabria Don Simone Gatto. Alcune domande che hanno posto l’accento sulla funzione dell’ufficio, sul senso di responsabilità verso la famiglia e ciò che essa rappresenta.

Cos’è l’ufficio famiglia? quali funzioni svolge?

“L’ufficio famiglia diocesano è un organismo che, per conto del Vescovo si muove sul territorio della diocesi, e ha il compito di coordinare la preparazione delle giovani coppie al matrimonio e di accompagnare le famiglie nel loro percorso di vita. Promuove inoltre, con momenti di confronto e di preghiera, attività di coinvolgimento e con molta sensibilità cerca di curare la sfera delle “famiglie ferite”. L’iniziativa dell’ ufficio famiglia si rivolge soprattutto a coloro i quali hanno subito il dramma della separazione o del divorzio, affinché in momenti particolarmente delicati della propria vita, non si sentano soli. Questo organismo si confronta a più livelli, periodicamente s’incontra sul territorio regionale con tutti gli altri uffici diocesani, quindi c’è un coordinamento regionale e ogni anno c’è una rappresentanza che entra nell’ Ufficio Nazionale.

  L’ha sfiorata la sensazione che oggi, l’ultimo baluardo della nostra società quale  la famiglia naturale, stia affrontando un momento delicato?

              “Io credo che il modello di famiglia come lo conoscevamo, sicuramente abbia subito degli attacchi, ma la vera crisi della famiglia è la solitudine. Soprattutto al sud, accusiamo la partenza di tanti giovani delle nostre famiglie, e questo mette in crisi, non solo il territorio che perde dei giovani, ma anche la famiglia che vede andar via il proprio figlio. Questo tipo di solitudine si rispecchia anche sui giovani “migranti” che arrivati  in un posto nuovo, cercano di mettere famiglia senza poter contare sull’ aiuto dei propri cari. Oggi le famiglie si confrontano poco, i ritmi lavorativi, la vita frenetica, sono degli ostacoli all’ incontro; le politiche sociali sarebbero d’aiuto se facessero rispettare un tempo per il dialogo tra le famiglie e dovrebbero garantire sussidiarietà alle tante famiglie in difficoltà. Dal punto di vista ecclesiale, invece, ci si interroga molto su come poter intercettare quelle coppie dove c’è un amore che parte, cioè quando si deve curare un rapporto a distanza, ecco dove l’ufficio famiglia cerca di far capire come la distanza non sia distruttiva ma può far crescere la maturità della coppia. Tornado alla domanda è vero che la famiglia oggi riscontra difficoltà ma è anche vero che ci sono i mezzi per fronteggiarle”.

Gli ultimi dati Istat evidenziano le percentuali di matrimoni in calo, soprattutto al sud, e perchè cresce sempre più una tendenza verso la scelta della convivenza. Secondo lei a cosa è dovuto questo fenomeno?

            “Il calo, sia civile che ecclesiale dei matrimoni, c’è ed è dovuto alla paura. La paura di legarsi, la paura nel confrontarsi quotidianamente, la paura economica ecco perché ci si affida alla convivenza. È anche vero che ci dobbiamo confrontare con un contesto sociale che non promuove le scelte unitive quindi del matrimonio e anche qui le politiche sociale dovrebbero far si che ci fossero più agevolazione nel vivere in matrimonio. Mi domando… il matrimonio in Italia è venuto meno perché non si crede più alla costituzione di una famiglia o perché sono venute meno tutte quelle garanzie, che ci sono per le unioni civili, e non per le coppie che si uniscono in matrimonio?!

Don Simone Gatto.

Oggi è la giornata della memoria si ricorderanno le vittime della Shoah. Come si pone oggi la Chiesa verso le minoranze?

“Partendo dal presupposto che la Chiesa ha sempre a cuore l’uomo, Cristo è venuto a svelare pianamente l’uomo a l’uomo. Per cui ogni persona deve essere vicina al prossimo per aiutarlo e non farlo sentire solo. Non possiamo certo nascondere il fatto che in quella storia c’è stata una chiusura dell’ uomo verso l’uomo. Alla Chiesa interessano tutte le minoranze ecco perchè come comunità cristiana mi auguro che saremo sempre pronti a porgere l’orecchio per ascoltare le esigenze del nostro fratello. In conclusione voglio citare un passo del Profeta Isaia che nel deserto indica la presenza del Signore che viene “Ogni monte si è abbassato e ogni strada si è fatta pianura”.

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