Pordenone Capitale Italiana della Cultura 2027: Reggio Calabria e l’eterna sfida culturale

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di Felice Delfino – Un titolo che premia il Nord, ma il Sud ha ancora carte da giocare. Con l’assegnazione del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2027 a Pordenone, svaniscono le speranze di Reggio Calabria, una delle dieci città finaliste che ambivano al prestigioso riconoscimento. L’annuncio, arrivato dal Ministero della Cultura, ha premiato la città friulana per il suo progetto “Pordenone 2027. Città che sorprende”, che ha saputo convincere la giuria con una proposta innovativa e sostenibile, capace di coniugare tradizione e contemporaneità.

Se da un lato la vittoria di Pordenone è stata accolta con entusiasmo, dall’altro, in Calabria, il verdetto ha suscitato una riflessione più ampia: cosa manca a Reggio per diventare una capitale della cultura?

Reggio Calabria: tra ambizioni e problemi strutturali

La sconfitta brucia, soprattutto in una città che fatica a emergere nel panorama culturale nazionale, nonostante il suo immenso patrimonio storico e artistico. La realtà dei fatti è evidente: mentre alle presentazioni di libri partecipano poche decine di persone, le sagre e gli eventi enogastronomici registrano un’affluenza di migliaia di visitatori. Un dato che potrebbe suggerire una candidatura alternativa, magari a “Capitale della Forchetta”, visto il pregio dei prodotti DOP locali: dalla Cipolla di Tropea al Peperoncino di Soverato, dalla Fileja alla celebre ‘Nduja di Spilinga, senza dimenticare il rinomato Gelato di Cesare.

Nonostante le ricchezze gastronomiche e paesaggistiche, però, è chiaro che Reggio deve ancora affrontare problematiche strutturali e organizzative. La scarsità di spazi culturali attivi, la mancanza di una programmazione a lungo termine e una partecipazione cittadina ancora limitata sono ostacoli concreti.

Cosa significa essere Capitale Italiana della Cultura?

Il titolo di Capitale Italiana della Cultura è stato istituito nel 2014 su iniziativa dell’ex ministro Dario Franceschini, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e promuovere la crescita economica attraverso la cultura. La città vincitrice riceve un finanziamento di un milione di euro per attuare il programma presentato in fase di candidatura.

I requisiti richiesti sono molteplici: un progetto culturale innovativo, un forte coinvolgimento della comunità, una strategia di sviluppo turistico e una sostenibilità economica.

Nel caso di Reggio Calabria, la sfida non è solo convincere una commissione di esperti, ma trasformare la mentalità locale e rendere la cultura un elemento centrale della vita cittadina, non solo un’appendice marginale rispetto ad altre attrazioni.

Un futuro ancora possibile

Nonostante la delusione, il cammino non si interrompe qui. La candidatura stessa è stata un banco di prova importante e potrebbe rappresentare la base per un futuro più strutturato. Reggio Calabria ha storia, arte, paesaggi e sapori unici. Ciò che manca è forse un progetto collettivo solido e continuativo, capace di superare la retorica della “cultura dimenticata” e trasformare la città in un laboratorio culturale vivace e attrattivo.

Se è vero che “l’appetito vien mangiando”, allora Reggio può ancora sedersi al tavolo delle grandi città culturali d’Italia. Magari con una forchetta in mano, ma con un piatto pieno di idee da servire.

 

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